L’estate è arrivata. L’aria di vacanza si respira in ogni “ne parliamo a settembre” che sentiamo. Le giornate si allungano e il sole invita a fare più cose, diverse anche, ma tante. Eppure io sono qui a fare, disfare, progettare. E mi sono chiesta: come trovare la calma adesso?
Ci sono le vacanze da organizzare, gli ultimi lavori da portare a termine. L’estate per molte persone potrebbe essere un momento stressante.
Perché con le finestre aperte rumori, parole, arrivano senza volerle.
Perché fa molto caldo e i pensieri si sciolgono.
Perché sembra proprio che per tutt3 sia arrivato il momento del riposo e invece io e la mia mente non ne vogliamo proprio sapere di lasciar andare.
Cambiare mentalità per trovare la calma
Mi sono accorta di fare molta fatica, in questo periodo dell’anno, a non fare nulla. Persino la meditazione, lo stare con consapevolezza e intenzione nel non fare, mi riesce male. Scattano i giudizi, i rimproveri e una sequenza impietosa di sensi di colpa.
Sedermi sul balcone, va bene, ma almeno ascolto un podcast. In spiaggia, vuoi non leggere un libro e un altro ancora (e portartene un terzo di riserva così puoi anche scegliere)?
Nel mio lavoro la gestione e l’ottimizzazione del tempo è fondamentale: organizzo il lavoro di chi collabora con me, ne ho fatto una professione e vengo riconosciuta per questo. Così anche l’uso del mio tempo personale diventa un esercizio quotidiano.
Il pensiero di fare e portare a termine il più possibile in ogni momento mi accompagna, riempie ogni minuto. Anche quando vorrei solo riposarmi un po’. Perché il tempo è una risorsa scarsa e sento di doverlo sfruttare, proprio ogni secondo.
Questo pensiero, mi sono resa conto, non ce l’ho solo io e se per la mia attività lavorativa è di sicuro un vantaggio, nella vita personale non mi aiuta sempre a lasciar andare, a stare nel momento con attenzione e cura, anche senza fare proprio nulla.
Legittimare il tempo del riposo
Certo, viviamo nella società della performance (Colamedici e Gancitano lo hanno speigato chiaramente) e questo non ci aiuta: dobbiamo produrre molto e farlo in fretta, ottimizzando il più possibile, possibilmente senza ragionare troppo.
A questo, se sei una giovane donna, si aggiungono una serie di sollecitazioni ulteriori legate alla maternità e alla vita di coppia, che con il tempo hanno un rapporto stretto. Aspettative sociali che spesso decidiamo di disattendere con intenzione, sobbarcandoci una fatica ulteriore.
E se appartieni a una classe sociale poco abbiente, guadagnare, e quindi produrre, non è solo questione di sopravvivenza ma di riscatto, una pretesa. Come se la povertà fosse una colpa (no, non è così!).
In mezzo a tutte questa fatiche, come puoi trovare la calma? Iniziando dal legittimare ad alta voce il tuo bisogno.
Tu hai il diritto di riposare, hai il diritto di non fare nulla, hai questo diritto e puoi agirlo. Ecco un vero gesto rivoluzionario, qui e ora.
Come trovare la calma, con pazienza
E allora per trovare la calma possiamo coltivare la pazienza.
“La pazienza non s’impara quando tutto è sicuro, non s’impara quanto tutto è in armonia e va bene […]. La pazienza implica il desiderio di essere vivi piuttosto che quello di voler armonizzare tutto”.
Da “Parti da dove sei. Hai già tutto quello che ti serve per essere felice, devi solo cominciare” di Pema Chödrön, Edizioni Il Punto di Incontro, Vicenza, 2019.
Possiamo allenarci con disciplina e rigore a sostenere quello che c’è quando arriva, dimenticando i giudizi, le aspettative fuori e dentro di noi.
Possiamo tornare a quello di cui abbiamo bisogno davvero, anche quando questo vuol dire non fare proprio niente. E stare proprio con quello che c’è, senza reagire, rispondere a nuovi stimoli o sollecitazioni.
Stando, ferm3.
Qualche consiglio mindful per trovare la calma
E allora il mio invito per te è di capire come trovare la tua calma. Esplorando una dimensione che potrebbe anche farti sentire a disagio (almeno, è così per me, ora), quella del non fare niente.
Ecco quindi da dove potresti partire, secondo me.
1. Togli tutte le notifiche di cui non hai davvero bisogno
Le notifiche possono essere una fonte di stress altissima, allarmano, richiedono attenzione e arrivano in ogni momento. Puoi riceverle sul desktop, via mail, sul tablet e sull’orologio: tutto è collegato, l’iperconnessione invade anche il tempo del riposo.
Eppure quante notifiche sono davvero necessarie? Dedica tempo e attenzione alle notifiche che ricevi e chiediti se, per te, è necessario riceverle tutte, proprio tutte. Considera anche il luogo di ricezione, vuoi riceverle ovunque oppure basta una mail?
E magari, se sei in vena di sperimentazioni, prova a disattivarle completamente. Potresti scoprire, anche solo dopo qualche ora, che no, non è successo nulla di importante.
2. Concediti un tempo tra la ricezione di uno stimolo e la risposta che vuoi avere
Per me le risposte agli stimoli devono arrivare nel minor tempo possibile. Ecco che gli automatismi mi aiutano a guadagnare tempo, a correre veloce con il pilota automatico.
E se per alcune ragioni questo nel mio lavoro mi permette di andare fortissima (le automatizzazioni non sono altro che automatismi progettati), in altri momenti reagire inconsapevolmente può non essere una buona idea.
E spesso quando decido di riposarmi non sono in grado di sospendere il tempo e se ricevo uno stimolo, mi attivo immediatamente.
Possiamo provare allora a prenderci del tempo tra la sollecitazione (che spesso urgente non è) e la risposta che attiviamo.
Un tempo prezioso che ci permette anche di agire con molta più consapevolezza.
3. Il nostro tempo non può essere tutto produttivo
Questo esercizio è per me il più faticoso. Dopo aver imparato a organizzarci bene, a ottimizzare tempo e risorse, ecco che il bisogno del riposo ci ricorda come sia fondamentale preservare dello spazio vuoto.
Le pause nella musica, il bianco del foglio quando si legge una poesia, i silenzi quando parliamo: le ore in cui non produciamo sono parte stessa della produttività. Sono vuote (di azioni) ma anche piene (di intenzioni).
Sono necessarie e non possiamo pianificarle o progettarle. Possiamo solo restare conness3 con il nostro bisogno di riposo e ascoltarlo, agirlo, come se fosse la cosa più importante e prima che diventi veramente urgente.
Rendere sacre le ore di riposo è un modo pieno di amore per prendersi davvero cura di sé.
Io sono Sara Cremaschi e mi occupo di produttività consapevole e diversità cognitiva. Entro nei contesti dove “si è sempre fatto così” e porto altri modi di pensare, decidere, lavorare.
Lo faccio con simulazioni, formazione esperienziale e una cura testarda per tutto ciò che è invisibile ma reale. Sono anche LinkedIn Top Voice Equilibrio vita-lavoro.
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