“Devi avere pazienza” insieme a “Stai calma” sono due tra le frasi più fastidiose che mi sono state rivolte almeno una volta. E forse potrebbe essere successo anche a te.
E le trovo sempre fastidiose per due motivi:
1) tendono a deligittimare un mio sentire in quel momento
2) sono due ordini, e io, confesso, davanti agli imperativi metto su un’armatura, affilo le lame e sono pronta allo scontro frontale. E tendenzialmente vinco.
A volte però queste frasi potresti dirtele proprio tu, in un momento di affanno che senti che non ti fa bene, un po’ come è successo a me quest’estate.
Ecco perché ho iniziato a ragionare su come lo stare ferma, concentrarmi sul non fare, pigramente, potesse essere una nuova via da percorrere.
Trovare il ritmo della calma
E così sono tornata alla mia amica Sabi, di cui scrivevo nell’articolo scorso. Ho provato a pensare a cosa mi ha sempre colpito di lei, della sua pigrizia.
Ho capito che la pigrizia, per me, non è cubo monolitico ma una serie di quadrati affastellati con ordine, uno sull’altro, fino a essere un cubo.
In fondo, è tutta una questione di ritmo, di ritmo lento:
- che non accelera di fronte all’impazienza. Siamo impazienti quando ci facciamo prendere dalla furia di fare, sempre di più e ancora, fino a strapparci, arrivare al massimo, sfibrarci. Siamo impazienti anche quando non sappiamo aspettare e rispettare il ritmo delle attività, preferiamo sempre il rock al reggae (che, se non lo sai, è la musica che ha il ritmo più simile a quello del cuore): ci arrabbiamo perché quella cosa lì si può fare più velocemente, e allora cerchiamo un modo più veloce e comodo, non migliore, per farla. Questa furia, spesso, non ci aiuta a prendere buone decisioni.
- Un ritmo lento e continuo. Che garantisce continuità al nostro fare, non si sofferma su quello che potrebbe far diventare la nostra attività perfetta ma sul portarla a termine. “Fatto è meglio che perfetto”, perché alla perfezione difficilmente ci si arriva e molto spesso no, nemmeno è necessaria.
Avere pazienza, un gesto di amorevolezza
Allora come si fa ad avere pazienza e diventare persone pigre e produttive?
Imparando a stare con quello che c’è (la mindfulness torna sempre in queste riflessioni), anche quando ci troviamo in compagnia di problemi, imprevisti, sensazioni ed emozioni complesse che consideriamo spiacevoli. E stare vuol dire anche non fare.
So-stare e non fare, imparare a stare senza per forza mettersi a produrre, terminare, giudicare, agire, reagire… richiede molta pazienza.
Ed è un gesto veramente rivoluzionario in un mondo dove la performance è richiesta sempre, ad ogni costo (emotivo, materiale e fisico). Anche nella vita familiare (vogliamo essere madri migliori non buone madri), negli hobby (in cui non ci piace fare schifo, anzi, li viviamo spesso con competitività), nelle relazioni (vogliamo essere il compagno perfetto, non ci accontentiamo di essere quello giusto in quel momento).
Come puoi imparare a stare con l’impazienza
Avere pazienza a volte è una dote, altre, come nel mio caso, la deriva di un lavoro quotidiano e certosino.
Ci si può allenare ad avere pazienza, o meglio, a non reagire con impazienza.
L’importanza di coltivare una routine
Per prima cosa puoi provare a stabilire una routine e a rispettarla: immaginala non come una serie di compiti da rispettare per forza ma come un elenco di abitudini che sostengono la tua giornata, le danno un ritmo, una riconoscibilità. Le routine confortano, aiutano a riconoscere che le cose tornano. Seguire una routine ci dà sicurezza, una sensazione che ricerchiamo spesso proprio facendo impazientemente altro.
Provare il batching
Puoi anche imparare ad accorpare attività simili in momenti vicini. Questa tecnica si chiama batching e permette di aiutare il nostro cervello a non disperdere energie. Sintonizza il tuo cervello su una certa tipologia di attività, evitando di passare da una cosa all’altra, facendo continui recap, aggiustando il tiro, cercando nuove informazioni che non ricordi. Chiediti quali delle tue attività sono simili per argomento o tecnica e prova ad accorparle in una stessa mezza giornata: che qualità di azione hai usato? Hai trovato un buon ritmo?
Accettare che non puoi fare tutto
Un’altra attenzione che ci invita ad avere pazienza è la certezza che, tra le tante cose che possiamo fare, idealmente, nella realtà possiamo sceglierne poche, finite. “È doloroso accettare che il tempo è limitato; significa che le scelte difficili sono inevitabili e che non riusciremo a fare tutto ciò che sognavamo” scrive Oliver Burkeman nel suo Come fare per avere più tempo. Avere pazienza vuol dire anche trovare conforto nel fatto che, a conti fatti, non possiamo fare tutto e va bene proprio così.
Essere persone produttive e pigre
Nei prossimo articolo continuerò a scrivere per quali motivi credo che per essere persone più produttive sia necessario riconnetterci con la nostra pigrizia, liberandoci da tutti i pregiudizi che questa parola ci richiama.
- Ti racconto da dove è nata questa riflessione.
- Perché essere pigr3 vuol dire scegliere bene cosa non fare, non cosa fare.
Che tu possa uscire dalla trappola della produttività.
E provare a trovare il tuo ritmo lento, per un po’.
Io sono Sara Cremaschi, la tua assistente virtuale mindful.
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